mercoledì 8 agosto 2012

QUALE 'LAVORO' PER GLI STAGISTI?


Leggiamo con interesse un intervento pubblicato sul sito Assostampa Toscana circa la questione delle sostituzioni per ferie. Nell'articolo giustamente si ricorda come  tale sostituzione non  possa avvenire se non a pari condizioni di diritti e di compensi, ovvero non possa in alcun modo  prevedere il ricorso a stagisti che, si ricorda, " non essendo a nessun effetto un lavoratore, né subordinato né autonomo, non può svolgere alcuna attività lavorativa utilizzabile nella produzione del giornale". 
Per questo si chiede che i CDR vigilino " chiedendo alle rispettive aziende di essere messi tempestivamente a conoscenza, ai sensi dell’art. 34, sul numero, i nomi, l’ambito temporale del loro utilizzo, le scuole di provenienza e il percorso formativo da realizzare per gli stagisti".
Tutto buono tutto giusto. 
Ma quell'enorme pletora di stagisti che nelle realtà televisive, radiofoniche, internet e negli stessi quotidiani, ogni giorno, vengono utilizzati 'in produzione'? 
Con questi come la mettiamo? 
Chi vigila  che non ci siano abusi? A chi spetta la responsabilità di tutelare tanto lo stagista quanto i lavoratori? 
E dove i CDR non ci sono (come sempre più spesso capita, a causa della 'atomizzazione' delle redazioni)?
Sarebbe possibile chiedere almeno alle amministrazioni pubbliche (in primis Regione, Provincia Comune, ma anche Camere di commercio, Sindacati, etc etc) di  'NON ACCETTARE'  stagisti  alle proprie conferenze stampa?
Si può cerare uno sportello dedicato cui gli stessi stagisti possono rivolgersi per sapere dei propri diritti e/o doveri?
Si può procedere ad ispezioni 'serie' magari su segnalazione 'anonima' delle redazioni (laddove il cdr non esista)?

2 commenti:

  1. "'NON ACCETTARE' stagisti alle proprie conferenze stampa"
    Io non la trovo una grande idea, trovo invece che sia utile e interessante partecipare ad una conferenza stampa per uno stagista; d'altra parte, una ipotesi magari più interessante sarebbe almeno di permettere di partecipare ad una conferenza stampa affiancando un giornalista.

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    1. Ciao Pietro,
      effettivamente la questione è complessa. E chi meglio di te (noi) può saperlo...
      Però di fatto, DOVREBBE ESSERE COSI' in quanto si presuppone che chi segue una conferenza stampa (e versimilmente poi realizza un pezzo -audio, video, scritto etc-) stia facendo un 'lavoro', cioè sia parte della 'catena produttiva dell'azienda' e questo, per gli stagisti non è previsto. Altrimenti, come sai bene, alla fine lo stagista serve a coprire 'improprie carenze d'organico' dell'azienda medesima.
      Certo, capisco anche l'esigenza di formazione. Sacrosanta. Però, come suggerisci, l'affiancamento al redattore può essere una soluzione.
      Ma, soprattutto, come puoi leggere -siccome cercheremo di fare proposte concrete e fattibili- la richiesta è verso le istituzioni e gli enti pubblici. almeno loro.
      Esiste poi tuta una ulteriore pletora di comunicanti che fanno conferenze stampe cui l'azienda può, per rispettare l'obbligo di formazione, inviare il tirocinante.
      Insomma, la ratio della proposta è: almeno quelle più importanti lasciamole ai professionisti.
      Credimi Pietro: la dequalificazione del 'mercato' editoriale è esattamente quello che i poteri forti perseguono. Giornalisti più deboli, più ricattabili, meno liberi. per loro, un paradiso!

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