Proviamo a tracciare un primo bilancio delle elezioni
dell'Ordine dei giornalisti che si sono appena concluse. La prima
considerazione da fare è che, per Ya basta, queste hanno configurato un
risultato storico, al di là di ogni ragionevole previsione: i nostri candiati -
tra di loro, fatto sintomatico, nessun art.1 ( per chi non lo avesse notato...),
nessun caposervizio, nessun caporedattore, nessun direttore - non solo arrivano
al ballottaggio, avendo schierati contro i pesi massimi dell'informazione
locale e nazionale (tutte le grandi redazioni toscane, il gruppo dirigente
dell'ordine e del sindacato, le consorterie più o meno palesi) ma riescono a
piazzare un proprio candidato, Domenico Guarino - un giornalista radiofonico! -
all'interno del consiglio regionale. Alla fine Fabrizio Morviducci non ce l'ha
fatta per 4 voti, penalizzato dal voto militare e militante degli avversari,
preceduto da una lunga e stucchevole - a tratti anche odiosa - campagna di
denigrazione nei suoi confronti.
Sul fronte dei pubblicisti Ya Basta, a Firenze, è
risultata la coalizione più votata sul regionale e sul nazionale; i candidati
alla fine sono stati penalizzati dalla valanga di voti espressi soprattutto a Livorno
(di fatto solo a Livorno, dove il seggio è collocato nella sede de 'Il Tirreno'
ovvero , la testata che esprime l'attuale presidente dell'OdG) che li ha messi fuori
dai rispettivi consigli.
Ottime performance comunque per tutti i nostri candidati
che in molti casi hanno raccolto significative affermazioni personali.
Questo per rimanere ai numeri. Il dato vero però è
politico. Diciamolo francamente: senza il voto massivo dei pensionati a
vantaggio dello status quo, oggi YA
BASTA sarebbe ampia maggioranza nell'Ordine. Segno che chi fa la professione ha
scelto. E in maniera inequivocabile. Senza il voto 'militante e militare' dell’esercito
‘di riserva’ (pensionati, prepensionati e pensionandi) delle grandi redazioni,
i nostri candidati avrebbero certamente avuto la maggioranza nei rispettivi
consigli.
Un dato che fa riflettere.
Come fa riflettere che, soprattutto al ballottaggio,
nonostante meccanismi farraginosi, vecchi, usuranti e nemici della partecipazione,
alle urne si sia recato un numero crescente di colleghi. Segno che l'interesse
nei confronti selle sorti della categoria è tutt'altro che scemato.
E anche questo, anche l'aver riavvicinato tanti giovani
colleghi alla professione e alle sue istituzioni è uno dei successi, in parte
insperati, di Ya Basta!
Certo rimane il
rammarico che tutto questo abbia prodotto un solo 'eletto', ma, credeteci: è
una breccia che si apre in un muro destinato a crollare.
Destinato a crollare perché la professione cambia, è
cambiata. Sono cambiate le esigenze dei colleghi, le istanze di chi fa
giornalismo e di chi lo 'consuma'. Sono cambiate le forme, i 'media', è
cambiato di fatto 'lo statuto professionale' dei giornalisti.
Questo è nei fatti. E la storia non ammette deroghe.
Per questo Ya Basta non si ferma qui.
La battaglia per il rinnovamento, i diritti, la dignità
del lavoro giornalistico, prosegue sul sindacato, il cui gruppo dirigente, tranne la
lodevole e coraggiosa eccezione della collega Chiara Brilli e del lungimirante sostegno del collega Stefano Fabbri (che a più
riprese ha chiesto di non lasciare fuori le istanze di rinnovamento nella più
odiosa operazione di retroguardia che il giornalismo toscano ricordi), non dimentichiamolo, al di là delle belle ma inutili parole spese in privato, pubblicamente
non ha mai preso le difese di Ya Basta; ed anzi, ha 'vidimato' con tanto di
firme 'pesanti', un documento 'a supporto' della dirigenza uscente.
Questi sono fatti che, nel rispetto delle persone e delle
loro storie professionali, non devono e non possono essere dimenticati. Non si
può, impunemente, cogliere i frutti di un lavoro fatto da altri, in condizioni
spesso proibitive se non pericolose.
Ya-Basta lavorerà sempre 'sui contenuti', 'nel merito delle
proposte' e quindi ci confronteremo con tutti. A partire da chi e da come debba schierarsi in
vista delle prossime scadenze . Anche di quelle elettorali che si
annunciano, per il sindacato, molto molto prossime.
YA BASTA!
ps. ah...poi c'è stato chi domenica ha preferito
nuovamente 'andare al mare', come aveva dichiarato e rivendicato. Di loro non
ci curiamo, perché dagli astiosi è meglio stare lontani ;-)