venerdì 29 marzo 2013

L'ARIA CHE TIRA....accordi, accordicchi, accordoni, e il coraggio di dire YA BASTA!


COLLEGHI DI GROSSETO, AREZZO, di MASSA, CARRARA e LUCCA, PISTOIA, PRATO QUESTO APPELLO E' ANCHE PER VOI. CONTATTATECI, PARTECIPATE, VENITE A VOTARE E INSIEME CAMBIAMO LE COSE
ACCORDI DI FERRO – E’ tutto fatto. Nel silenzio, come sempre. E’ tutto fatto: il comitato elettorale è già pronto. Le televisioni che contano, le agenzie, gli uffici stampa istituzionali, le testate a stampa. Ah, c’è anche il voto cattolico, che non guasta mai. Diavolo e acqua santa. Tutti insieme, accorpati nel silenzio dai candidati di sempre per garantirsi lo status quo. Tutti zitti, tutti pronti, tutti schierati, in una finta unitarietà fondata invece sulle divisioni.
E’ lo scenario che ti prospettano per la prossime elezioni dell’Ordine. E via andare. Altri tre anni di caminetti, medaglie commemorative. Altri tre anni di vuoto pneumatico di idee e contenuti, mentre la categoria soffre una crisi tra le più devastanti. Ma che importa? L’armata mangiavoti è già schierata: il miracolo (elettorale) della fusione fredda di redazioni è già pronto a ripetersi. Lasciate ogni speranza o voi che entrate.
Beh, lo volete sapere? QUESTA COSA E’ ASSURDA E INCREDIBILE. Non vogliamo credere alla leggenda dei colleghi che ‘come ovini’ entrano nell’urna e votano come soldatini. Forse un tempo. Non adesso. Non in questo momento storico, con i contrattualizzati sempre più stretti nelle maglie della redazione, e sempre più incerti sul loro futuro visto che in Toscana tante redazioni hanno chiuso nel silenzio o nell’impotenza di ordine e sindacato. Non in questa devastante congiuntura, dove mai come in altri momenti la precarietà economica morde sulla pelle dei colleghi al pari della totale mancanza di diritti e dignità. Oggi è il momento delle scelte. E’ il momento di ritrovare una nuova unità fondata sul fare.
BISOGNA FARE SENZA SILENZI E OMERTA’. Per questo con altri colleghi chiamiamo a raccolta la parte migliore della nostra professione. Senza promettere incarichi, prebende, docenze. Chiediamo piuttosto. Cosa? Partecipazione e corresponsabilità nella gestione dei nostri organismi di categoria. La stagione in cui i presidenti del sindacato si travasano all’ordine, e in simultanea siedono per il consiglio di amministrazione dell’Inpgi e si candidano per il fondo complementare deve finire. Crediamo che l’epoca dell’uomo solo a comando e delle correnti debba dirsi conclusa. INSIEME è quello in cui crediamo. INSIEME proveremo a uscire da questo tunnel che sembra senza fine.
Il bilancio di questi tre anni di attività dell’ordine regionale è davvero impietoso: colleghi pubblicisti convocati paventando la soppressione del relativo elenco nel giorno in cui il ministero spiegava che questo non sarebbe accaduto; distinguo insopportabili in occasione dell’approvazione della carta di Firenze che cercava di tutelare gli ‘schiavi’ che affollano le redazioni con la complicità di molti; mancata nomina del consiglio di disciplina con rischio di commissariamento dell’Ordine nonostante un parere stringente del ministro Severino sull’obbligatorietà di dare corso alla riforma della giustizia interna. Neanche sulla solidarietà ne hanno azzeccata una. Un flop la decisione di abbonare la mora ai colleghi in ritardo col pagamento della quota. Per 9,5 euro ‘di sconto’, l’Odg toscano ne incassa 7,5 di aggio come diritto di riscossione. Stiamo ancora aspettando di capire come sia possibile versare le quote a solidarietà dei colleghi più bisognosi. Aspettiamo un cenno, che per il momento non è arrivato. L’ultimo disperato cerchiobottismo: il ricongiungimento è sicuramente positivo, ma i criteri dell’ordine nazionale, questo cattivone, sono tutti sbagliati, tutti da rifare. All’ultima assemblea di più: i consiglieri nazionali (tutti senza distinguo) non hanno avuto diritto di parola per raccontare ai colleghi il bilancio della loro attività, neanche ringraziati dal presidente. Relegati a intervenire, se volevano, nello spazio del dibattito.
Questo è quanto accade quando si è vincolati delle correnti, apparentati dalle lobby sindacali romane che dettano la linea per tutti imponendo dichiarazioni per cui anche quello che è giusto è sbagliato e viceversa. Per questo motivo serve la PARTECIPAZIONE DI TUTTI. Anche se costa fatica andare a votare, anche se i seggi sono lontani, visto che si voterà a SIENA, LIVORNO e FIRENZE e la tentazione di disertare le urne diventa forte soprattutto per chi vive e lavora distante. Penso ai colleghi delle province di GROSSETO, AREZZO, di MASSA, CARRARA e LUCCA, ma anche di PISTOIA e PRATO per anni tenuti ai margini ed esclusi di fatto dalla possibilità di decidere.
QUESTO È IL MOMENTO DI CAMBIARE. Di non sottostare agli ordini di scuderia che tendono solo a replicare lo stesso modello. Un sistema che ormai è segnato dalla inesorabile trasformazione in peggio del mondo dell’informazione. Una crisi che è stata determinata dai troppi silenzi, dalle tante acquiescenze, dalla nostra strutturale indifferenza.
ANDATE A VOTARE. Non è possibile che su 5000 colleghi, al seggio si rechino in meno di trecento. Legittimate il nostro sforzo di cambiamento con la vostra partecipazione. In modo che si apra una nuova stagione unitaria in una categoria che per troppo tempo è stata divisa in fazioni, e dove ancora il gruppo di potere che gestisce i nostri organismi è segnato dal correntismo. Servono le migliori risorse per affrontare le chiusure delle redazioni, la disoccupazione, il precariato, le difficoltà.
NOI VOGLIAMO FARLO CON VOI ALLA LUCE DEL SOLE. E L’UNICO COMITATO ELETTORALE CHE ABBIAMO E’ QUELLO DELLA VOSTRA INTELLIGENZA.

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