Lo sapevano, forse, di sicuro lo
immaginavamo, ma vederlo affermato con tale forza impone a tutti noi
delle riflessioni serie.
Non saremo mai tra quelli che
negheranno i limiti della ns. categoria: troppo ripiegata su sé
stessa, troppo accomodante con i forti, ed incline ad assumere il
punto di vista prevalente come proprio. Non neghiamo poi che ci siano
giornalisti disonesti, approfittatori, ed anche 'criminali', in
qualche modo. Contro questo ci siamo sempre battuti e ci batteremo
sempre.
Però abbiamo sempre ribattuto agli
esponenti di M5S che, tutto ciò, può essere addebitato a qualunque
categoria. Non è una prerogativa dei giornalisti: nessuna, nemmeno
quella dei fruttivendoli è immune dalla disonestà o
dall'opportunismo.
E allo stesso modo, non si può
sostenere che vada abolito, come mi fu risposto dal neoparlamentare
grillino Alfonso Bonafede, “perchè l'ha fondato Mussolini”.
Argomentazione risibile, anche perché se il Duce lo fondò, la
Repubblica, nel 1963, lo rifondò con una legge esemplare, sia per i
giornalisti che per il diritto di informazione di critica che è un
beneficio per tutti i cittadini.
C'è però un aspetto su cui i Grilli
hanno ragione: quello della deontologia. Oggi più che mai, se il
giornalismo vuole avere un futuro, deve impegnarsi a fare pulizia al
proprio interno e deve rispettare le norme deontologiche che si è
dato, a salvaguardia della propria credibilità e della propria
sopravvivenza.
Per questo nel programma di YB la
valorizzazione ed il rispetto della deontologia è un punto
imprescindibile.
Il punto da cui ripartire, per non
essere travolti. E perchè noi sappiamo di avere ancora un ruolo
importante nel presente e nel futuro di questo paese.
Ci rivediamo il 14 presso Multiverso,
in via Campo D'Arrigo (zona ponte al Pino) 42 Firenze
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