sabato 9 febbraio 2013

BUONA LA PRIMA. ORA VIENE IL BELLO.


Grazie a tutti!
Ieri  sera a Scandicci è  successo qualcosa di importante e, per alcuni versi, insperato: bella gente, belle riflessioni, voglia di fare. Tante esperienze, storie diverse: i diversi modi di fare giornalismo, un'unica vocazione professionale.
La prima considerazione è che ora  Ya Basta non è più solo una sigla, una manifesto di buone intenzioni, ma  un gruppo vero, tosto, di gente in carne ed ossa che hanno voglia di impegnarsi in prima persona per cambiare le istituzioni della nostra categoria, rendendole adeguate alla fase attuale, che è di grande trasformazione per tutti ed in particolare per la ns professione.
I nove punti programmatici (che trovate nei precedenti post sul blog, se non li avete ancora visti), rappresentano una buona base di discussione. Ora si tratta di 'allargare' la platea dei partecipanti e di provare a buttare giù una lista di persone eleggibili.

Ieri è stato bello in particolare aver discusso per lungo tempo di principi come dignità, deontologia, professionalità: temi alti che possono apparire -ma non sono- lontani dai veri problemi dei giornalisti.
Siamo convinti che, in questa fase più che mai, solo un giornalismo che riscopra le proprie caratteristiche 'sociali' e di credibilità funzionale possa realmente sperare di guardare al futuro con la consapevolezza di poter giocare ancora un ruolo, nonostante la rivoluzione delle nuove tecnologie, la precarietà delle condizioni di lavoro e  l'ondata di delegittimazione che rischia di travolgere tutto e tutti. Un giornalismo che, attraverso le proprie istituzioni, non abbia paura di mettersi in discussione e di dialogare con tutti, ma che sappia anche essere fermo nella difesa delle prerogative dei propri iscritti. perchè solo chi è forte delle proprie ragioni, non ha paura di confrontarsi, anche con le posizioni più critiche ed apparentemente distanti.

Poi, certo, 'c'è da mangiare' , come ci ha ricordato qualcuno.
E su questo l'Ordine che costruiremo, nelle sue prerogative dirette ed indirette, sarà inflessibile nel difendere in ogni sede e con ogni mezzo la dignità innanzitutto economica del lavoro giornalistico.
Una quota più importante  in questo senso tocca però al sindacato. Che è esattamente  la seconda tappa del nostro percorso.  Tocca al sindacato elaborare in maniera illuminata, coraggiosa e creativa le forme di tutela più adeguate al giornalismo contemporaneo. E' il sindacato infatti che fa le vertenze e  tratta i rinnovi dei contratti.
Possiamo già contare su delle presenze importanti nel direttivo, poi ci saranno le elezioni, e noi non mancheremo di farci sentire.

Insomma, eleggendo i ns rappresentanti nel consiglio regionale e nazionale dell'Ordine non avremmo risolto tutti i problemi, ma avremmo fatto un primo importante passo che ci permetterà di dire la nostra anche nelle prossime partite.
Per questo,  però, ognuno di noi dovrà impegnarsi a contattare quante più persone che siano disposte a condividere questo percorso.
Perchè dalla situazione delicata in cui ci siamo cacciati si esce solo 'insieme', contando su quelle tante energie positive che, ad ogni livello, nonostante tutto, ancora esistono nella ns professione.
Non sarà facile, perchè i fautori dei vecchi equilibri, i soliti noti, magari travestiti di nuovo e di buono, stanno già lavorando nell'ombra -come loro solito- per serrare le fiala. Utilizzando anche l'arma della demagogia spicciola (i 10 euro di mora abbonata sulla tessera 2013) per spargere fumo.
Non ci faremo fregare!
Quanto prima organizzeremo un nuovo appuntamento, verso metà marzo, per fare un ulteriore passo in avanti.
Intanto grazie a tutti.

Ya Basta!

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