VOGLIONO TORNARE A POSITANO – Ma non volevano anche contenere i costi? Vogliono rinnovare. Ma non ripropongono sempre le stesse persone? Gli stessi da sempre si travasano da una istituzione all’altra. Qualche esempi, ma non c’è niente di personale. E’ solo cronaca. Lo stesso presidente Bartoli, dopo essere stato per due mandati presidente dell’Assostampa, è diventato presidente dell’Ordine e oggi si candida a guidarlo ANCORA per altri tre anni, essendo in contemporanea nel consiglio nazionale dell’Inpgi. Ah, non dimentichiamo che si era candidato anche per il fondo complementare ma, non ce l’ha fatta. Apprezziamo l’impegno e la dedizione del collega Bartoli. E con lui di tutti gli altri alcuni pensionati, altri pensionandi, che hanno saltato con disinvoltura da un organismo all’altro. Come Pino Rea per esempio, che è stato presidente e consigliere più e più volte di Assostampa Toscana, ora si candida a fare il consigliere nazionale dell’ordine per il secondo mandato. Lo statistico dei precari e dei freelance, che all’atto del voto sulla carta di Firenze, disse ‘sono contrario ma mi adeguo’. O Luca Frati, collega che adesso si presenta al consiglio nazionale Odg dopo aver militato a lungo nei consigli dell’associazione stampa Toscana. Uno stanco minuetto di poltrone, sempre per le stesse persone. E per mantenere questo sistema di potere stavolta ci vogliono vendere la panzana dell’unitarietà e del rinnovamento? Quale rinnovamento? Pensiamo a una professione dove ci alterna alla guida degli organismi di categoria con regole democratiche. Pensiamo a un ordine e a un sindacato come strumenti che non catalizzano la politica più deteriore. Ma dove i colleghi con più esperienza, che sanno quando farsi da parte, formano e rendono consapevoli i nuovi sulle insidie del mestiere. Non solo del mestiere praticato, ma della quotidiana battaglia per la dignità professionale. Dignità e autonomia che mettono al riparo la democrazia. Una stampa libera passa necessariamente attraverso la consapevolezza di chi ci lavora. Oggi invece assistiamo all’ennesimo strappo. All’ennesimo tentativo di perpetuare un sistema che nell’era delle vertenze e della crisi infinita dell’informazione non riteniamo più accettabile. Una costante restaurazione, che non tiene conto delle nuove esigenze professionali e ci allontana da tutte le istanze di rinnovamento nazionale che passano dalle esperienze dei colleghi. YA BASTA! GIORNALISMO E’ DIGNITA’
giovedì 9 maggio 2013
ANCORA TU?... (ma non dovevamo vederci più?...)
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