giovedì 9 maggio 2013

ANCORA TU?... (ma non dovevamo vederci più?...)


VOGLIONO TORNARE A POSITANO – Ma non volevano anche contenere i costi? Vogliono
rinnovare. Ma non ripropongono sempre le stesse persone? Gli stessi da sempre si
travasano da una istituzione all’altra. Qualche esempi, ma non c’è niente di
personale. E’ solo cronaca. Lo stesso presidente Bartoli, dopo essere stato per due
mandati presidente dell’Assostampa, è diventato presidente dell’Ordine e oggi si
candida a guidarlo ANCORA per altri tre anni, essendo in contemporanea nel consiglio
nazionale dell’Inpgi. Ah, non dimentichiamo che si era candidato anche per il fondo
complementare ma, non ce l’ha fatta. 

Apprezziamo l’impegno e la dedizione del collega Bartoli. E con lui di tutti gli
altri alcuni pensionati, altri pensionandi, che hanno saltato con disinvoltura da un
organismo all’altro. Come Pino Rea per esempio, che è stato presidente e consigliere
più e più volte di Assostampa Toscana, ora si candida a fare il consigliere
nazionale dell’ordine per il secondo mandato. Lo statistico dei precari e dei
freelance, che all’atto del voto sulla carta di Firenze, disse ‘sono contrario ma mi
adeguo’. O Luca Frati, collega che adesso si presenta al consiglio nazionale Odg
dopo aver militato a lungo nei consigli dell’associazione stampa Toscana. 

Uno stanco minuetto di poltrone, sempre per le stesse persone. E per mantenere
questo sistema di potere stavolta ci vogliono vendere la panzana dell’unitarietà e
del rinnovamento? Quale rinnovamento? 

Pensiamo a una professione dove ci alterna alla guida degli organismi di categoria
con regole democratiche. Pensiamo a un ordine e a un sindacato come strumenti che
non catalizzano la politica più deteriore. Ma dove i colleghi con più esperienza,
che sanno quando farsi da parte, formano e rendono consapevoli i nuovi sulle insidie
del mestiere. Non solo del mestiere praticato, ma della quotidiana battaglia per la
dignità professionale. Dignità e autonomia che mettono al riparo la democrazia. Una
stampa libera passa necessariamente attraverso la consapevolezza di chi ci lavora.

Oggi invece assistiamo all’ennesimo strappo. All’ennesimo tentativo di perpetuare un
sistema che nell’era delle vertenze e della crisi infinita dell’informazione non
riteniamo più accettabile. Una costante restaurazione, che non tiene conto delle
nuove esigenze professionali e ci allontana da tutte le istanze di rinnovamento
nazionale che passano dalle esperienze dei colleghi. 

YA BASTA! GIORNALISMO E’ DIGNITA’

Nessun commento:

Posta un commento