mercoledì 17 ottobre 2012

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REGIONE TOSCANA ENRICO ROSSI


Caro presidente Rossi, sappiamo,  anche per conoscenza  personale diretta, che lei è persona di parola, e che le sue dichiarazioni non sono mai 'pro forma' ma riguardano un sentire intimo e politico allo stesso tempo.
E' per questo che, partendo dalla sua dichiarazione di ieri circa la chiusura del Giornale della Toscana (ai colleghi la massima solidarietà anche di ya basta!), laddove parlava di " grandissimo prezzo per la liberta' di stampa" e di "vera emergenza'' del settore,   siamo a  chiederle: a quando la legge regionale sul pluralismo dell'informazione locale   di cui si è cominciato  a parlare oramai circa due anni fa ?
 Lei sa che abbiamo presentato alla sua segreteria una proposta concreta, che guarda verso una legge di settore, partendo dalla Costituzione e  dallo Statuto della Regione Toscana che identifica proprio nella corretta e libera  informazione uno dei pilastri della propria struttura ideale e politica.

La nostra proposta   si basa su due  presupposti fondamentali per la tenuta del sistema: da una parte, che si superi   la logica delle 'commissioni' (prebende)  più o meno laute, perseguita attraverso i finanziamenti a pioggia,  e si vada verso un supporto strutturale, calibrato proprio sul ruolo 'sociale' dell'informazione locale; dall'altra che  si premino  gli editori virtuosi, quelli cioé che salvaguardano la quantità e la qualità dell'occupazione e, non come per lo più accaduto finora, i più furbi e le rendite di posizione.

Lei sa, presidente, che oggi la categoria dei giornalisti è tra quelle più precarizzate, e come  nel mondo dell'informazione locale, anche per le caratteristiche specifiche delle aziende che operano in questo settore, tale  precarietà assuma  livelli oramai insopportabili. 
Eppure il sistema dell'informazione  locale, la sua qualità, la sua tenuta, rappresenta un baluardo fondamentale nella formazione di una  cittadinanza consapevole,  e dunque  nella tenuta complessiva della società.  Un sistema di informazione locale vivace e dinamico è un presupposto basilare della vita democratica di un territorio.
Ecco perchè le chiediamo che, quanto prima, la legge veda la luce proprio, auspichiamo, sui presupposti che noi abbiamo suggerito, partendo dall'esperienza della Carta di Firenze . 

Caro presidente, come può comprendere, noi   non stiamo chiedendo carità ma diritti. Quei  diritti che rappresentano  una delle precondizioni per la tenuta del sistema di convivenza civile. Perchè un giornalismo  debole e asservito, oltre ad essere indegno di un territorio civile, è tipico delle società e delle economie più arretrate, oltre che dei regimi più o meno dispotici.
Al contrario i territori ed i paesi più dinamici vedono proprio nella tutela  della  libera circolazione delle informazioni, nella qualità del dibattito e nella professionalità degli operatori del settore, uno dei loro presupposti fondamentali. 
Noi vogliamo che la Toscana guardi verso queste realtà, e siamo sicuri che lei la pensa esattamente come noi. Come siamo sicuri della sua consapevolezza del fatto che tutto ciò non può esistere senza un forte puntello ai diritti ed alla dignità del lavoro dei giornalisti. 

Domenico Guarino
Fabrizio Morviducci


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